giovedì 27 giugno 2013

contenZioso

Il Signor Armando è un galantuomo.
Percepisco la sua gioia nel ricevermi quando entro nel ristorante. Accenna al baciamano e ringrazia della visita. Non è un trattamento privilegiato quello che mi riserva, accoglie con entusiasmo e grazia tutti i suoi clienti.
Il Signor Armando, li chiama Amici.

- Preparo il tavolo fuori, o preferisce all’interno?
- Preferirei fuori, però le zanzare...
- Non ci sono zanzare qui da noi
- Io di lei mi fido... se poi mi pungono, chiederò come risarcimento una fornitura gratis di Autan per tutta l’estate
- Nessun timore, mi creda... ho fatto un patto con loro e si sono mostrate molto ragionevoli

Il Signor Armando cucina i migliori gamberoni che abbia mai mangiato, anche se non so quanto tempo dovrò aspettare per gustarli di nuovo. Qui da lui non posso ordinare. Posso solo accomodarmi e aspettare di assaggiare quello che, insieme alla moglie, ha preparato per i suoi Amici. Ogni volta è una piacevole sorpresa e una riscoperta del gusto.
Non conosce ricette, il Signor Armando. Conosce il sapore del cibo. E non sbaglia.
Io gli faccio i complimenti e lui risponde che non ne ha alcun merito, che si tratta di Amore. Niente di più.

Amo quello che faccio, dice il Signor Armando, per questo mi riesce bene. Il segreto è tutto lì. Nessun ingrediente misterioso. Soltanto Amore. E’ Lui che conquista il gusto e lo rapisce

E io mi lascio rapire. Sorrido compiaciuta, provando ad ogni parola un senso di crescente leggerezza. Affondo il cucchiaio, golosa,  nel sorbetto di mela verde al calvados, chiudo gli occhi e so perché mi piace cenare in questo posto.

Qualche tempo fa, il Signor Armando ha avuto un contenzioso con una vicina di casa. Niente di ché... La solita attaccabrighe che ha fatto storie per una siepe al confine tra i loro terreni. Chiamato dal Giudice di pace per rispondere in merito alla questione, il Signor Armando ha dichiarato: “Ho già provveduto a rimuovere la siepe che infastidiva la signora, vorrei aggiungere, però, che io sono figlio di Dio e pertanto, potrò essere giudicato soltanto dal Suo tribunale. Il vostro non serve a nulla!”
Il Giudice di pace ha ordinato la perizia psichiatrica.
Mi diverte immaginare che cosa avrà scritto la consulente d’ufficio nella sua relazione. 
Sorrido, aspettando di soddisfare qualche piccola curiosità.
L’appetito, invece, ha già ricevuto la sua parte.

Poi, mentre gusto ancora un po’ la magia di questo delizioso dopo cena, sorseggio il caffé che il Signor Armando ha rigorosamente preparato con la moka.
Con Amore.

E di zanzare, nemmeno l’ombra.

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