venerdì 19 luglio 2013

nessuna certeZZa

Sarà che stasera sento un imbroglio di vita,
una matassa annodata nel cuore,
come garbuglio, come conto sospeso.
Sarà che stasera ti ho a lungo pensato.
In silenzio. Così.
Come il senso della mancanza
che mi accompagnava nei giorni.
Sarà che avrei voluto annegare
nell’onda della tua fame e della tua sete.
Senza pudori.
Sarà per questo
che m’immagino bella, in un ristorante all’aperto,
mentre lascio che il vento mi scopra quel tanto.
Sorrido con labbra che schiudono ad arte,
sapori, rumori e colori di giorni già visti
e mai sognati abbastanza,
mai davvero vissuti.
Sarà che avevo bisogno di te e non c’eri.
Così ti chiamo, come in un gioco di specchi riflessi
per creare appena l’inganno,
per darti un assaggio di quello che hai perso
e farti pensare che, in fondo,
sarebbe bastato allungare la mano.
Il vuoto che senti ha la misura degli anni
che nessuno, nel tempo, ha saputo colmare
e la solitudine diventa un’ombra
che scava nell’anima.

 

Nessun commento:

Posta un commento