lunedì 15 aprile 2013

la principessa Zaffìro e il cavaliere pallido

- È finita!
- Come?
- Nel modo peggiore: hanno deciso di rimanere amici...
- In che senso?
- Nel senso che faranno tutto quello che facevano prima, continueranno a volersi bene, a parlare, a vedersi, ma non staranno più insieme...
- Ma non stavano insieme neanche prima
- Già... è proprio quello il punto. Il coraggio di essere insieme,di essere Uno... tutto il resto è coppia
- Che spreco, però... la Principessa Zaffìro e il Cavaliere Pallido... erano così belli...
- Erano perfetti. In tutte le loro forme ed espressioni. Gli occhi verdi di lui e le movenze da gatta di lei. Il loro abbraccio era un inno alla gioia, il loro battito unisono. Si rubavano le parole di bocca e ridevano divertiti della loro sintonia di pensiero. Non smettevano di sorprendersi mai e quando camminavano per strada, il loro passo faceva invidia al mondo.
- Perché hanno smesso?
- Per il solito motivo: la paura
- Pensavo per l’impossibilità
- Anche quella fa paura
- Però non c’era...
- No, non c’era. Ma lui, con la certezza arrogante di chi riconosce l’altra parte di sé, ha ceduto alla fretta azzardando il passo, non le ha dato il tempo e lei ha perso il ritmo
- L’ha portata in discoteca?
- No, le ha parlato di matrimonio...
- Matrimonio?!?
- Sì, sai quel rituale noioso dove ci si abitua all’altro fino a non accorgersi più della sua presenza... quello che tra un “ma sì...” e un “va beh...” garantisce la sopravvivenza finché uno dei due non si iscrive ad un corso di tango argentino, oppure entra in una chat...
- E poi?
- E poi scopre che là fuori il mondo ha continuato a girare, il suo cuore riprende a battere, rimette in discussione tutto e torna a vivere...
- Intendevo “e poi che cosa è successo ai due?”
- Ah... lei ha preso le distanze. Lui per paura di perderla l’ha stretta d’assedio. Lei per paura di finire prigioniera è scappata e si è rifugiata nella sua torre d’avorio. Lui l’ha trovata e con gesto espiatorio, ha percorso quindici chilometri a piedi sotto una pioggia battente, poi è rimasto a guardare la sua finestra pregando in silenzio che lei si affacciasse almeno un’ultima volta. Lei è scesa tre giorni dopo e l’ha trovato fradicio di lacrime smeraldine, gli ha sfiorato il viso con una carezza morbida e gli ha detto “Tu sei pazzo... ma non hai colpa”. Lui le ha sorriso e ha risposto “No, adesso non più”. Poi, si è allontanato per sempre.
...........
- Menomale che non abbiamo più vent’anni...
- Menomale, sì.

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